LA STORIA DI FRATTA

 

L'ultimo capitolo della storia di Fratta Polesine è stato scritto il 2 febbraio 2011, giorno dell'acquisizione ufficiale del titolo di "Città"  e notificato dal Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano.

E "Città" Fratta lo era sicuramente 3.200 anni fa, età del Bronzo Finale, quando rappresentava il "principale punto di riferimento delle attività di acquisizione di materie prime, produzione e scambio per gran parte dell'Italia settentrionale e centrale". Il villaggio della Frattesina "si estende per oltre 20 ettari (circa 800 m di lunghezza ed una larghezza massima di 300 m)...La distribuzione delle abitazioni, fitta ed uniforme, presuppone una popolazione di diverse centinaia di individui. Tra le abitazioni e particolarmente nell'area centrale del villaggio, si trovano anche i laboratori artigianali. Ben distinte sono invece le due aree destinate alle sepolture", le necropoli di Fondo Zanotto e Narde. Le attività prevalenti erano rappresentate dall'agricoltura, dalla caccia e dalla pesca, dalla ceramica, dalla lavorazione del corno e dell'osso, dalla produzione del vetro e dall'artigianato metallurgico. Per avere un'idea del raggio di scambi al cui centro c'era Fratta Polesine, è stata recuperata ambra dall'area baltica, avorio e uova di struzzo dall'Africa del Nord e ceramica di tipo miceneo.

 

Del periodo romano rimangono solo elementi molto frammentari; dopo averla verificata, seguiamo la storia di Fratta su Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Fratta_Polesine

Le prime notizie storiche risalgono al 1054 quando il Vescovo di Adria, Benedetto I, ottenne il feudo comprendente, tra gli altri, anche il territorio di Fratta Polesine, allora nota con il nome di Villa Comedati. Nel 1104 i Vescovi vi costruirono un Castello (Castello della Fratta), attorno al quale si svolsero lotte terribili per il suo possesso tra i Vescovi, i Veronesi e gli Estensi. Distrutto e riedificato più volte, passò infine nelle mani dei Pepoli; gli ultimi resti del castello scomparvero definitivamente al principio del XIX secolo.

Nel 1395 Fratta passò sotto la Repubblica di Venezia e vi rimase fino al Trattato di Campo Formio del 1797. Durante tutto il periodo passato sotto la Repubblica di Venezia, Fratta ricevette un'attenzione particolare da parte dei Nobili Veneziani, che la scelsero come luogo di villeggiatura estiva. A Fratta, infatti, sorgono numerosissime ville venete tra le quali spicca la "Badoera", costruita nel 1570 dall'architetto Andrea Palladio.

 

 

Nel 1818 si assisteva alla tragedia dei Carbonari della Fratta, primo esempio di repressione da parte austriaca delle aspirazioni alla libertà e all'emancipazione nazionale.

A ricordare il sacrificio dei Carbonari, nel 1867, venne eretto un monumento, opera dello scultore veronese Grazioso Spazzi, e primo nel Veneto liberato.

Solo pochi anni dopo, un altro eroe frattense lascerà il segno nella storia d'Italia: nel 1885 nasce infatti a Fratta Polesine Giacomo Matteotti, uomo politico socialista e parlamentare, ucciso dai fascisti il 10 giugno 1924 per aver denunciato i brogli elettorali di Mussolini.

 

Per una più completa informazione sulla Città di Fratta Polesine, rimandiamo al sito ufficiale del Comune: http://www.comune.frattapolesine.ro.it/pagine/storia.html



Da "Il villaggio di Frattesina e le sue necropoli, XII - X secolo a. C.", Museo Archeologico di Fratta Polesine, Barchesse di Villa Badoer, pag. 16 e pag. 32

 

 

 

 

 
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